Terzo
anno di terapia
Pz.:
C’è una cosa che non ho detto a nessuno…
Questa
affermazione di Giada significa che non ne ha parlato con la madre (scelta di
differenziazione) e che lo sta dicendo a me (dimostrazione di fiducia).
T.:
Dimmi, ti ascolto.
Pz.:
L’altro giorno parlavamo di andare al cinema con le amiche. Io quando faccio
una cosa nuova, diversa, ho paura.
T.:
Sì, è vero, Giada, quando fai una cosa nuova o una cosa diversa hai paura.
Un po’ tutti hanno paura di fare cose nuove.
Pz.:
Prima non era così.
T.: Sì, perché
adesso stai facendo da sola, stai crescendo e questo a volte può fare paura.
Pz.:
Io ho paura di stare male, che mi viene l’ansia forte.
T.:
Se ti viene, poi se ne va! Ti è venuta?
Pz.:
No, solo prima, ma al cinema no…
Crescere
fuori dalla confluenza della madre significa sentire cose nuove, anche
sconosciute, a cui occorre dare un nome. Schiarendo la voce un giorno mi dice.
Pz.:
L’altro giorno ho avuto l’ansia… non lo capisco perché.
T:
Racconta… Sai mi colpisce il fatto che hai schiarito la voce prima di
iniziare a raccontare, anche l’altra volta lo hai fatto.
Lei
sorride: sa di averlo fatto.
Valeria
Conte, «Se ho paura di morire, posso
morire?» La Gestalt Therapy con una Paziente con Linguaggio Borderline, in
G. Salonia (ed.), La luna è fatta di
formaggio. Terapeuti gestaltisti traducono il linguaggio borderline, Ed. Il
pozzo di Giacobbe, pagg. 147-148
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