Un
genitore che umilia il partner genitoriale crea una doppia spaccatura, ovvero
sia sul registro del prendersi cura – offre due stili presentati come
inconciliabili (‘io ti so educare, lui no’) – che sull’identità di genere, dato
che invia al figlio dello stesso sesso del coniuge ‘conflittuale’ il messaggio:
‘sei come lui: anche se non lo sei adesso, lo sarai se crescerai’. Chiarire e
riportare la conflittualità alle diverse funzioni – coniugale e genitoriale –
aiuta la coppia ad attraversare il conflitto e ad educare i figli ad una
precisa ma collaborativa condivisione delle differenze. La metafora del
‘lettone’ riepiloga i momenti salienti e le dinamiche di difficoltà e di
disfunzione della funzione-Personalità genitoriale. Se i genitori sono bloccati
nella loro funzione-Personalità filiale, si percepiscono figli con i figli: il
letto matrimoniale, in questo caso, appartiene in modo indiscriminato a tutti e
i tempi e i modi di ‘abitarlo’ sono indistintamente gestiti da tutti. Se la
coppia è rigidamente chiusa in se stessa perché vive la genitorialità come
minaccia ad una coniugalità confluente, ai figli non sarà mai permesso di
andare nel lettone e la decisione sarà rigida e inflessibile. Se la coppia vive
una relazione one up/one down (dipendente o conflittuale che sia) in
ossessiva contrapposizione, il lettone sarà rigidamente occupato da un solo
genitore con un figlio e la decisione sarà paradossalmente condivisa e
sostenuta da entrambi.
Giovanni Salonia, Danza delle sedie e danza dei pronomi.
Terapia gestaltica familiare, ed. Il Pozzo di Giacobbe, Trapani 2017, pag. 68
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