Il
piccolo Jaromil di La vita è altrove non può parlare spontaneamente, dal
momento in cui si rende conto che ogni sua frase, anche la più banale, viene
valutata dalla madre (che lo vuole poeta) in termini di ‘poesia’ (sorriso
materno) e ‘non-poesia’ (volto materno depresso). Le parti di sé che il bambino
non può esprimere e che ritorce sul proprio corpo vengono vissute da lui come inadeguate
(non piacciono al genitore) e quindi gli appaiono sporche, brutte, forse
cattive. Il bambino viene premiato per questo sacrificio di sè ricevendo
conferme non idonee al suo confine di contatto: la sensazione di essere
l’unico, il salvatore, grandioso (così l’ha fatto sentire la madre
anteponendolo al partner). Ma ciò comporta anche per lui il dover occupare
fisiologicamente sempre un posto centrale, il sapere tutto (quello che non sa
non è importante), la confusione tra affetto e ammirazione («Mi sento amato
solo se sono applaudito»), l’insopportabilità del rifiuto o del diniego (percepiti
non come esperienza circoscritta e limitata in una interazione, ma come
squalifica di tutta la persona). Particolarmente penalizzante si rivelerà nella
crescita del bambino la mancanza di contatto con l’altro genitore: abitualmente
per il maschietto il non contatto con il padre lo farà sentire al di sopra
delle regole e dei limiti assieme ad un intimo sentimento di terrore-attrazione
di incontrarlo; per la femminuccia, accanto alla negazione-squalifica anche
della propria femminilità, si accompagnerà un’antica nostalgia di corpo
materno. Recenti studi hanno mostrato come va considerato determinante nella
genesi dei vissuti narcisistici anche il fatto che la dinamica della confluenza
disturbata genitore/figlio, oltre ad evitare l’incontro con l’altro genitore,
sottrae il figlio alle relazioni con i fratelli.
Giovanni
Salonia, Pensieri su Gestalt Therapy e
vissuti narcisistici, in G. Salonia,V. Conte, P. Argentino, Devo sapere subito se sono vivo. Saggi di
psicopatologia gestaltica, Ed. Il pozzo di Giacobbe, pagg. 166-167
Etichette: #CollanailPozzodiGiacobbe, #giovannisalonia, #narcisismo