Un
bambino sa – a livello corporeo – che il bacio della mamma lo nutre come l’altro
cibo. È altrettanto necessario. Baciato dalla mamma, il bambino non solo sente
il corpo di lei, ma impara anche progressivamente a sentire e abitare il
proprio corpo. Senza baci materni, senza un corpo di madre avvolgente, il
bambino non può crescere. Il famoso esperimento degli Harlow mostra che le
scimmie preferiscono mamme calde a mamme nutrienti. Nutrire senza baciare
sembra uno dei fattori connessi in maniera decisiva all’anoressia infantile,
perché il nutrire – ci ha insegnato Stern – non è transizione del latte dal
seno della madre alla pancia del bambino, ma è danza relazionale tra madre e
figlio (Stern, 1987). Il bacio è tra i “comportamenti di riaffermazione” che forniscono
non solo un legame emozionale, ma anche un attaccamento biologico (Cassidy,
Shaver, 2010). Affascinante! Sin da subito il narratore, proprio all’inizio del
suo racconto, con perizia artistica e sapienza antropologica ci svela insomma
una verità preziosa e ancora spesso inascoltata: il segreto della crescita dei
bambini sono i baci dei genitori. È la loro mancanza di baci a rendere
problematica la crescita dei bambini. Un bambino non baciato non saprà di avere
un corpo, di essere incarnato nel tempo e nello spazio. Mentre per Wendy quel
bacio mancato – sostituito con altri baci, magari meno intensi e meno
abbondanti – lascerà come residuo un rimpianto triste dell’infanzia, per Peter
Pan la situazione è più esasperata. Peter non è stato baciato affatto. In altre
parole: non ha avuto una madre.
Giovanni
Salonia, Peter Pan: il bambino non baciato, in Giovanni Salonia (ed.), La vera storia di Peter Pan. Un bacio salva la vita, Cittadella
Editrice - 1° Edizione Dicembre 2015, pagg. 17-19
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