I
fondatori della GT, confermando inconsapevolmente le intuizioni di Agostino e
anticipando la linea generazionale della TFS, compresero l’importanza della
funzione-Personalità (per quanto ne parlino con un certo disagio). La
peculiarità originale della GT sta nell’aver sottolineato che la
funzione-Personalità genitoriale è corporea. In altre parole, l’essere genitori
non è una consapevolezza teorica, non è un ruolo o un introietto o un ideale
dell’Io, ma è una realtà inscritta nella storia corporea. Una madre ‘sa’ nel
suo grembo l’essere madre: è nel suo stesso corpo che sa (e sente) di essere
madre. «Madre… che mistero assurdo. Ti colpiscono duro, non importa, non riesci
ad odiare i figli che hai fatto» – esclama Clitennestra alla notizia (che si
rivelerà falsa) della morte del figlio Oreste. Anche il padre impara subito nel
suo corpo l’essere padre: «Quando un neonato stringe la prima volta il dito del
padre nel suo piccolo pugno, lo ha catturato per sempre». Con quel gesto il
bambino scrive nel corpo del padre ‘sei mio padre’ e il padre legge ‘sei mio
figlio’. Rintracciare i marcatori somatici della funzione-Personalità apre
nuovi orizzonti non solo a livello ermeneutico ma anche di prassi cliniche ed
educative. Il modello di FGT che denominiamo ‘danza delle sedie’ è costruito
proprio su questo dato fenomenologico ed esistenziale.
Giovanni Salonia, Danza delle sedie e danza dei pronomi. Terapia
gestaltica familiare, ed. Il Pozzo di Giacobbe, Trapani 2017, pag. 58-59
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