In
un processo sano, alla simbiosi succede la fase della differenziazione. Le persone cominciano a spostare l’interesse dal noi di gruppo al se stessi. Chi vive la fase della differenziazione, lentamente o in
modo brusco, ma sempre con punte di esasperazione, inizia a fare bilanci
dell’esperienza precedente, avverte le prime stanchezze o delusioni, rimette in
primo piano le esigenze della propria individualità, e si interessa di più,
rivalutandolo, su ciò che avviene “fuori” dal gruppo. Processi, questi, che
interessano tutti i partecipanti di un gruppo, ma con cadenze e tempi
differenti, per cui si danno di volta in volta, all’interno del gruppo, vissuti
e reazioni differenti a seconda che si viva il momento centripeto o quello
centrifugo. Si passa dalla paura che il gruppo finisca alla paura di essere
sacrificati dal gruppo. In questa fase di grande tensione e sofferenza, si
rivela molto utile comprendere cosa sta avvenendo, cogliere, al di là delle
esasperazioni, gli elementi positivi delle due posizioni (la spinta
all’autorealizzazione e la spinta alla comunione fraterna), condividere e
ascoltare fino in fondo richieste, attese, paure. Se non si comprende e non si
accetta questa fase, inevitabile in ogni cammino di comunione, ci si può
bloccare o in una conflittualità permanente (accusando gli altri per la
mancanza di comunione) o in un rassegnato individualismo di marca spirituale
(una vita di fede intimistica). Per raggiungere la terza fase, la comunione, si richiede come condizione
necessaria, anche se insufficiente, che i partecipanti abbiano raggiunto una
propria autonomia: e cioè abbiano rinunciato ad accusare o a delegare gli altri
e a pretendere che gli altri cambino; abbiano accettato la propria solitudine e
si siano appropriati della responsabilità della propria vita e delle proprie
decisioni; siano capaci di rispettare l’unicità dell’altro al di là
dell’apparenza e delle proprie reazioni, capaci in altre parole di un
amore-per-l’essere.
Giovanni Salonia, Kairòs – Direzione Spirituale e
Animazione Comunitaria, EDB, Bologna 2006, pagg. 96-97
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