Tutto
induce ad affermare che si tratti di una predisposizione innata, di una
pulsione comportamentale simile alle pulsioni primordiali nutritive o sessuali.
Si definisce, infatti, «impulso epimeletico» la propensione istintiva
dell’essere umano o anche dell’animale ad accudire specie differenti e la
tendenza a prendersi cura di esseri allo stato di cuccioli. I comportamenti e
gli impulsi epimeletici (dal greco epimelèomai
= prendersi cura), diffusi nei mammiferi ma riscontrabili anche fra gli
uccelli, fanno precipuamente parte della branca dell’etologia che studia essenzialmente
le cure parentali, cioè gli atteggiamenti con cui una certa percentuale di
uomini e di animali mostra una forte predisposizione a mettere in atto
comportamenti di aiuto, protezione e cura nei confronti dei cuccioli e degli
adulti con specifici e di altre specie. I comportamenti epimeletici
presuppongono una spiccata sensibilità verso particolari morfologie somatiche quali:
testa grande e bombata, rotondità del corpo, zampe corte, occhi grandi, muso
schiacciato; anche verso alcuni segnali corporei (come la goffaggine dei
movimenti) e vocali (vocalizzazioni acute, pianti) capaci di suscitare attenzione
genitoriale e contemporaneamente di produrre una vicendevole gratificazione. È
stato accertato che, alla base dei segnali morfologici, corporei, cinetici e
vocali − definiti segnali infantili o ‘universali et-epimeletici’ − esistano
particolari configurazioni endocrine, con alti livelli ematici di prolattina e
di progesterone. Precisa Konrad Lorenz: «l’alta motivazione epimeletica nei
mammiferi e la presenza di ‘universali
et-epimeletici’ − quali la forma del cranio, la grandezza degli occhi, le
caratteristiche del mantello − ovvero di caratteristiche et-epimeletiche
condivise tra i cuccioli di mammiferi delle diverse specie, sta alla base del
fenomeno dell’adozione eterospecifica e parimenti è in grado di spiegare l’irrefrenabile
desiderio dell’uomo di accarezzare, coccolare, portare a casa dei cuccioli,
nonché la tenerezza che ci assale allorché veniamo in interazione con dei
cuccioli.
Aluette Merenda e Giuseppe F. Merenda, Zooantrolopogia clinica: presupposti
epistemologici e contesti applicativi, in in Aluette Merenda “Incontri terapeutici
a quattro zampe. Gestalt therapy e prospettive di zooantropologia clinica”, ed.
Il pozzo di Giacobbe, pagg.18-19
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