Nel
MGC, a partire dal dato fenomenologico, la comunità terapeutica può essere
definita, in una dinamica processuale, come lo spazio-tempo osservabile
dell’esperienza di ‘contatto’ nel vivere con ed insieme agli altri. I concetti
di spazio e tempo assumono significato nel MGC nella dimensione relazionale,
poiché è evidente che si può parlare di vivere in una ‘comunità’ soltanto nella
misura in cui vi sia uno ‘spazio fisico’ comune, in cui si possano espletare delle
attività, che si svolgono nella distensione temporale insieme agli altri;
‘terapeutica’ nel momento in cui vi sia anche uno ‘spazio psichico’ di sostegno
al Sé frammentato del paziente sperimentato nel ‘tempo vissuto’; ‘assistita’ in
quanto vi è uno ‘spazio relazionale’, la presenza di una equipe, costituita da
più figure professionali, che si muovono in modo organico, ciascuno con le
proprie caratteristiche personali, nella stessa direzione: creare uno sfondo
sicuro e stabile, in grado di soddisfare i bisogni di dipendenza ed accoglienza
dei pazienti, accompagnandoli fino all’autonomia relazionale.
Paola
Argentino, “Comunità terapeutiche e riabilitazione psichiatrica: il Modello
Gestaltico Comunitario” in G. Salonia, V. Conte, P. Argentino, Devo sapere subito se sono vivo. Saggi di
psicopatologia gestaltica, Ed. Il pozzo di Giacobbe, pagg.127-128
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