Autolesionismo come
tentativo di ‘confermarsi come presenza nel mondo’.
La
tendenza verso la mutilazione del corpo e il comportamento autodistruttivo
fa da sfondo alla storia del soggetto con BL che è, in fondo, la storia
di un corpo fortemente desensibilizzato. In mancanza di una percezione
sensoriale di noi stessi chiara ed accessibile, e di una chiara
percezione sensoriale dell’ambiente, perdiamo il contatto con i bisogni
e con la nostra collocazione nel mondo: il senso della nostra presenza,
dei nostri confini fisici. L’autolesionismo, così, può essere inteso
come il tentativo di confermare quel confine instabile, quella pelle
sottile e permeabile che ogni giorno mette in dubbio la propria
esistenza. «Confermare se stessi mediante il dolore, toccare la parte ferita
per provocare dolore è un desiderio di sensazione in una parte desensibilizzata»;
i fondatori della GT, parafrasando Aristotele, scrivono: «Quando il pollice
viene pizzicato, il sé esiste nel pollice che duole».
Gabriella Gionfriddo,
La trama relazionale borderline. Traduzione gestaltica dei criteri diagnostici
del DSM -5 (Modello ‘Alternativo’),
in
G. Salonia (ed.), La luna è fatta di
formaggio. Terapeuti gestaltisti traducono il linguaggio borderline, Ed. Il
pozzo di Giacobbe, pag. 82
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