Nel lavoro terapeutico con pazienti che hanno pensieri
ossessivi, è necessario tener presenti alcuni presupposti già accennati:
- i pensieri ossessivi sostituiscono le figure genitoriali e
sono un modo in cui il soggetto, in modo esasperato, tenta di prendersi cura di
sé;
- l’eccesso di controllo da parte dei pazienti cerca di supplire
ad una mancanza grave di sostegno genitoriale;
- i pensieri ossessivi esprimono l’indecisione del soggetto, che
da una parte sente l’attrazione per alcuni vissuti e dall’altra ne è
terrorizzato;
- l’interruzione di contatto che porta pensieri ossessivi
avviene nella fase in cui l’O. sente emozioni che spingono all’azione;
- le emozioni che spingono verso l’azione (attive)
fondamentalmente sono l’aggressività e la sessualità, perché portano a muoversi
verso l’altro;
- l’intervento terapeutico deve innanzitutto facilitare la
consapevolezza corporea (funzione-Es del sé) chiedendo: «Cosa senti?»;
- si lavora sulla funzione-Personalità del sé quando si
affrontano i temi dell’affidarsi (esperienza non facile per chi non è stato
sostenuto) e quello di rischiare la propria unicità.
Giovanni
Salonia, L’angoscia
dell’agire tra eccitazione e trasgressione. La Gestalt Therapy con gli stili
relazionali fobico-ossessivo-compulsivi in G. Salonia, V. Conte, P. Argentino, Devo sapere subito se sono vivo. Saggi di
psicopatologia gestaltica, Ed. Il pozzo di Giacobbe, pp. 219-220
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