Un’ancora di salvezza per la prevenzione del burn-out degli operatori di comunità risiede
nella culture of
inquirity, così
definita da T. Main, ovvero nell’indagine, profonda e continua, di tutto ciò
che accade in comunità, che consolida il gruppo degli operatori e consente di
superare la tentazione di utilizzare nell’organizzazione del lavoro comunitario
sistemi rigidi di controllo, strettamente gerarchici. Questa analisi degli
avvenimenti, centrale all’interno della riunione di équipe, può trovare una
risoluzione nella chiave di lettura gestaltica collocando i processi
terapeutici comunitari, in una visione globale e dinamica, nella prospettiva
relazionale e nella distensione temporale del ‘ciclo di contatto’. Così, nelle riunioni
di équipe, il chiedersi a che punto siamo e verso dove stiamo andando, il
confrontarsi su cosa succede in comunità, l’interrogarsi sul perché degli
eventi, il soffermarsi sulle proprie e altrui reazioni, senza accusare o
denigrare l’altro, il mettersi in discussione nel proprio operato, accresce la
consapevolezza di ciascun operatore e diventa fattore terapeutico di crescita
per il singolo e per la comunità nel suo insieme.
Paola Argentino, Comunità terapeutiche e riabilitazione psichiatrica: il modello
gestaltico comunitario,
in G. Salonia, V.
Conte, P. Argentino, Devo sapere subito
se sono vivo. Saggi di psicopatologia gestaltica, Ed. Il pozzo di Giacobbe,
p. 135
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