A volte
il N [Narcisista] lascia la terapia prima di fare
emergere le parti ‘brutte’ di sé, non riuscendo a sostenere un conflitto profondo
e doloroso tra la voglia di essere finalmente se stesso e la paura di esserlo
davanti all’altro. Il Pz N nell’intimo tiene sotto controllo il marcio/brutto
che sente di avere, a discapito della propria spontaneità nella relazione con
l’altro. È un momento importante della terapia, dato che in questa fase può
succedere che il T si annoi, poiché il Pz non dice di sé: parla, si racconta,
usa la sua intelligenza per capire e non affidarsi. A volte un modo in cui il N
prudentemente si avvicina a vissuti più profondi è l’assenza (apparente) di
argomenti durante la seduta ed il parlare di argomenti importanti proprio alla
fine della seduta. Si affida con paura… e la noia sta al posto di tutto ciò che
il N non dice, non fa, non porta al confine di contatto, di tutto ciò che retroflette
e che, se il T chiedesse direttamente, il Pz non direbbe.
Valeria Conte, La modalità relazionale narcisistica nella
postmodernità e il lavoro terapeutico in Gestalt Therapy, in GTK 4,
Rivista di Psicoterapia, Dicembre 2013, p. 30
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