Per la Gestalt Therapy l’invidia è il blocco
o, meglio, l’evitamento di un percorso di consapevolezza di sé e di incontro
con l’altro. Invece di assumere i propri limiti, la persona li evita e si
concentra sui dati visivi della felicità altrui. Come per tutte le patologie,
l’invidia è una emozione disfunzionale perché sta ‘al posto di’ altre emozioni
positive e di crescita. Dall’accettazione dei limiti scaturisce un senso di
integrità prima e di pienezza poi: solo il dire a se stessi «Questi sono i miei
limiti» fa scoprire potenzialità inesplorate. Evitare di vedere i propri
limiti e le proprie potenzialità inesplorate provoca un senso di vuoto e di
mancanza che l’invidioso cerca inutilmente di placare esasperando l’evidenza
visiva nei confronti degli altri e invidiando. L’invidia diventa una patologia
dell’incontro. Invece di sentire a livello emotivo e corporeo “la grazia e il
mistero” (M. Buber) dell’incontro, ci si lega all’altro con un cordone di
rabbia invidiosa.
Giovanni Salonia (ed.), “I come invidia”, Cittadella
Editrice - Psicoguide, 1° Edizione Marzo 2015, p.64
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