I nuovi
paradigmi del sapere ci ricordano che la cultura non è data dalla molteplicità
di dati che una persona possiede (gli strumenti informatici ci permettono un
accesso immediato a un numero illimitato di informazioni), ma dalla capacità di
saper entrare in relazione con gli altri.
Grande
accoglienza hanno avuto i libri di Daniel Goleman, il quale sostiene che la
vera intelligenza è la capacità di comprendere e usare le proprie e le altrui
emozioni per migliorare la qualità della vita (“intelligenza emotiva”). A me
piace parlare di “intelligenza relazionale”, della capacità, cioè, di vivere in
modo significativo e nutriente le relazioni interpersonali. E’ questo il multum da apprendere al di là dei multa (molte cose): si tratta
dell’apprendimento di un meta livello da cui deriva anche la validità (o meno)
degli altri apprendimenti. La vera sapienza aiuta a vivere in modo pieno e a
decidere usando la phrònesis (la
saggezza, la capacità di fare la cosa giusta al momento giusto) che, - insegna
Aristotele – della theoria e della tekne è sintesi e superamento.
Giovanni Salonia,
Odòs, la Via della vita. Genesi e guarigione
dei legami fraterni,
EDB, Bologna 2008, pp. 102-103
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