Alice, anticipando di molto gli studi di neuroscienze, ci ricorda che le parole innanzitutto, specie per il bambino, sono suoni. Il suono costituisce l’elemento corporeo costitutivo delle parole: sono i suoni che fanno le parole e conferiscono loro la valenza relazionale di vicinanza o di lontananza. Prima di comprendere il contenuto che la parola esprime il bambino, infatti, è stato toccato nel suo corpo dalla musica delle parole. Il poeta, a sua volta, aspetta l’ispirazione (musicale) e, a volte, soffre non poco alla ricerca della parola giusta. […] Questa è la cifra del mondo dei bambini (e non solo): i suoni diventano immagini, la rabbia crea i mostri, le sensazioni prendono forme di animali, le paure diventano racconti… Nel paese delle meraviglie, la ragazzina Alice finalmente ha dato voce e immagine a tutte le cose che lei da piccola (e tutti i bambini) non capiva o sembravano troppo strane: le regole ci sono ma non servono, la logica è soggettiva, il non senso vale quanto il senso, le parole sono coriandoli, il tempo è un optional, e spesso si torna indietro per andare avanti e si corre per restare nello stesso posto. Il viaggio di Alice finisce quando la nostra ragazzina diventata donna non ha più paura.
Giovanni Salonia
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