Alla fine l’uomo in crisi, che ha saputo
con pazienza perdonare e perdonarsi, arriva ad intuire che la ferita accettata
può diventare per lui una insperata occasione di crescita, una possibilità
nuova di apertura all’altro, al futuro e alla propria storia. Ciò che prima
provocava paura ed ansia, viene adesso rivisitato in una prospettiva diversa,
che permette di guardare alla vita in maniera aperta e costruttiva. Diventa,
allora, possibile cogliere il senso di quanto è accaduto fino a quel punto e
disporsi verso nuovi equilibri. Una riconquistata serenità permette di
accettare ciò che si rivela impossibile da modificare, mentre un rinvigorito
coraggio spinge a cambiare con saggia lucidità ciò che è possibile cambiare. E’
utile ricordare che la fase dell’accettazione si manifesta ricca di positive
energie nella misura in cui è stata preceduta e sostenuta da un’autentica
esperienza di “accompagnamento”. Solo la possibilità di condividere le proprie
vicissitudini e di essere accompagnato, permette a ciascun uomo di attraversare
il passaggio tortuoso della crisi e transitare verso i nuovi orizzonti del
proprio ciclo vitale.
Giovanni
Salonia-Pietro Cavaleri, Cammino
dell’uomo e stagioni della vita, in
In charitate pax. Studi in onore del Cardinale Salvatore De Giorgi, a cura
di Francesco Armetta e Massimo Naro, Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia
“San Giovanni Evangelista”, Palermo 1999, pag. 552-553
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