Vediamo infine, viceversa, alcuni
modi inadeguati di svolgere la funzione genitoriale. Ambedue i genitori
rimangono bloccati nella funzione-Personalità filiale. Non hanno maturato vissuti
corporei genitoriali, non riescono a sentire la responsabilità della loro
dimensione genitoriale, restano legati a modalità non evolute del loro essere
figli e instaurano una interazione con i figli di tipo amicale, paritario. In
queste situazioni molto spesso è presente un “patriarca” che gode la stima di
tutto il clan e nella cui saggezza si rifugiano. Il rischio è che i figli
crescano nella confusione.
I genitori rimangono bloccati nella
loro dimensione di coppia, vivendo l’essere genitori come minaccia per la
propria relazione. In casi del genere, sono spesso presenti conflitti di coppia
non espressi che ostentano una forte coesione di coppia proprio per non esporsi
ai rischi di affrontare ciò che temono. La loro vita di coppia non ha dunque,
in realtà, una maturità che possa farli sentire liberi e capaci di aprirsi a
una dimensione generativa appagante. I figli, sentendosi poco interessanti per
i genitori, esasperano la dimensione dell’autosostegno e approdano anche a
processi di autogenitorializzazione. Si ritrovano a essere degli “orfani
affettivi” che solidarizzano bene nei legami paritari tra fratelli.
Giovanni Salonia, Verso
un nuovo stile di cogenitorialità. La prospettiva gestaltica, in Aluette
Merenda (ed.), Genitori con. Modelli di
coparenting attuali e corpi familiare in Gestalt Therapy, Cittadella
Editrice, pag. 120
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